Stringente attualità
Negli ultimi anni il colombaccio è diventato uno dei principali protagonisti delle discussioni sulla gestione faunistica in Italia. La sua crescita, favorita dai cambiamenti climatici e dalle trasformazioni ambientali, richiede oggi soluzioni concrete ed equilibrate che tengano conto delle esigenze del mondo agricolo, dell’ambiente e della tradizione venatoria. Come Italcaccia, ribadiamo che ogni scelta deve essere guidata da dati scientifici, conoscenza reale del territorio e dialogo costruttivo tra istituzioni e associazioni.
Oltre le contrapposizioni
Troppo spesso il tema della fauna selvatica viene affrontato con toni polemici o ideologici. Noi crediamo invece che serva un cambio di passo: non scontri sterili, ma progetti condivisi, capaci di tutelare la biodiversità e allo stesso tempo salvaguardare il ruolo dei cacciatori. Il cacciatore infatti non è un avversario della natura, ma un alleato del territorio, un conoscitore diretto degli equilibri ambientali.
Il valore dei cacciatori
“Italcaccia difende con convinzione l’immagine dei cacciatori come custodi della natura” – dichiara il presidente nazionale Gianni Corsetti. “I nostri associati non possono essere etichettati come estremisti o marginalizzati dal dibattito pubblico. Essi vivono quotidianamente i boschi e le campagne, contribuendo con responsabilità a mantenere un equilibrio tra uomo e ambiente.
Un impegno che guarda avanti
Il futuro della caccia passa da un confronto serio con le istituzioni, capace di superare decisioni calate dall’alto e costruire percorsi partecipati e condivisi. Italcaccia continuerà a portare avanti la propria visione: una caccia moderna, regolata e sostenibile che sappia unire rispetto delle regole, tradizione e attenzione verso le sfide ambientali.