Parere ISPRA
È di qualche giorno fa la notizia che la Commissione Europea ha accettato la richiesta dello Stato Italiano di revisione dei Key Concepts relativi alla data di inizio della migrazione pre-nuziale di 4 specie: il tordo bottaccio, il sassello, l’alzavola e la cesena. Per queste specie la data viene spostata di una decade: una notizia importante per i cacciatori italiani, perché ciò consentirà alle regioni, grazie anche alla decade di sovrapposizione, di approvare la data di chiusura per sassello, alzavola e cesena al 31 gennaio; la caccia al bottaccio invece dovrà chiudere entro il 20 gennaio per le regioni che non sono in possesso di propri dati tali da disattendere il parere ISPRA.
Alcune considerazioni
Rimane poi la questione beccaccia, che per ISPRA si potrà cacciare fino al 10 gennaio. In questo quadro alcune considerazioni:
– una domanda all’ISPRA: quali erano i dati tecnici o le pubblicazioni scientifiche di cui non era in possesso dal 2018 al 2024, senza le quali i KC erano anticipati di una decade?
– con questo nuovo approccio potrebbe trovare soluzione anche la questione beccaccia dove i dati di carniere regionali ci dicono essere in aumento ed in ottima salute; oltre a ciò, gli interessanti dati e relative pubblicazioni raccolti dai Club specializzati insieme ad alcune regioni e i monitoraggi secondo protocollo Ispra danno informazioni confortanti sia sullo status, sul trend e sulla migrazione pre-nuziale dello scolopacide fanno ben sperare.
– se anche si affronta la stesura del calendario venatorio con un forte concetto di “principio di precauzione”, ci preme ricordare che in Italia i praticanti la caccia sono calati numericamente in modo sostanziale negli ultimi 30 anni e che di conseguenza il prelievo ed il disturbo venatorio si sono fortemente ridotti: anche chi ritiene che la caccia possa avere un impatto numerico importante sulle popolazioni selvatiche, dovrà ammettere che tale impatto non può che essere calato di conseguenza. In tale quadro una decade di caccia in più o meno non ha veramente alcuna influenza.
– le chiusure differenziate in base ai KC hanno anche poco senso pratico, in quanto concentrano la pressione venatoria su poche specie
Esigenze di conservazione ed esigenze venatorie
A questo punto ci chiediamo: ma perché non tornare al vecchio articolo 18 della L.157/92, che fissava la data del 31 gennaio come chiusura della caccia? Questa data non si è dimostrata solo un giusto compromesso politico fra esigenze di conservazione ed esigenze venatorie, ma alla luce degli ultimi fatti forse aveva anche un fondamento scientifico. Nel 2010 fummo facili profeti a predire il caos normativo e giudiziario che poi si è verificato da allora fino ad oggi, chi voleva allora febbraio si ritrova oggi a difendere gennaio. Faccia uno sforzo il Governo anche alla luce della revisione dei KC, e riporti in aula il vecchio testo, che per tanti anni ha garantito i cacciatori.