Ogni euro investito nel ripristino degli ecosistemi naturali può generare un ritorno fino a venti volte superiore in termini di tutela della biodiversità, di difesa dai rischi climatici e di valorizzazione delle risorse delle aree interne, ma ciò potrà avvenire solo con il pieno coinvolgimento di chi gestisce attivamente il territorio, dagli agricoltori al mondo venatorio. È uno degli spunti emersi dal primo tavolo di confronto promosso da Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente e AB – Agrivenatoria Biodiversitalia sulle corrette modalità di applicazione del Nature Restoration Law, il regolamento europeo per il ripristino degli ambienti naturali. L’iniziativa è stata presentata attraverso il volume “Ripristino della natura e rigenerazione territoriale”, illustrato in anteprima a istituzioni ed esperti del settore presso Palazzo Rospigliosi a Roma.
Il Nature Restoration Law, approvato nel giugno 2024, mira a contribuire alla ripresa continua, e duratura della biodiversità e della resilienza della natura in tutte le zone terrestri e marine dell’Unione Europea. Il regolamento stabilisce come obiettivi inderogabili il ripristino di almeno il 20% degli ecosistemi naturali entro il 2030 e di tutti gli ecosistemi che necessitano di intervento entro il 2050, attraverso l’attuazione di piani nazionali di ripristino da parte degli Stati Membri.
Le modalità di attuazione del regolamento europeo sono state così poste al centro di un rinnovato sguardo da parte di esperti giuristi ed esponenti istituzionali, al fine di avviare un dialogo costruttivo attorno a questo tema. L’intento è stato quello di rivelare i caratteri originari della disciplina sulla protezione della natura e, soprattutto, di delineare in maniera corretta e scevra da pregiudizi il progetto europeo da poco ideato, definendo in maniera condivisa la metodologiada implementare per il raggiungimento dei primi risultati.
“Il ripristino degli ambienti naturali non può prescindere da un approccio scientifico e multidisciplinare che sappia coniugare le esigenze di tutela ambientale con le necessità del territorio e delle comunità locali” ha dichiarato Maurizio Zipponi, Presidente di Fondazione UNA. “Il Nature Restoration Law rappresenta un’importante opportunità per sviluppare strategie di gestione ambientale che valorizzino il ruolo di tutti gli attori coinvolti: dalle istituzioni agli operatori del settore, dai ricercatori ai cittadini. Il nostro obiettivo è contribuire a definire un quadro interpretativo che favorisca un’applicazione efficace e condivisa del regolamento. Come sempre, intendiamo promuovere un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate, valorizzando l’importanza dell’attività venatoria, pienamente legittimata a livello europeo e nazionale, come strumento imprescindibile per la gestione degli equilibri naturali.”
“Il Nature Restoration Law (NRL) europeo segna un cambio di paradigma verso il ripristino attivo della natura, estendendosi oltre le aree protette tradizionali“, ha dichiarato Niccolò Sacchetti, Presidente di AB. “Gli istituti faunistici privati sono attori chiave in questo processo, gestendo attivamente vasti territori e possedendo competenze ecologiche. Il loro riconoscimento come OECM (Other Effective Area-Based Conservation Measures) è fondamentale per valorizzare il loro contributo alla biodiversità e integrare le loro pratiche nei piani nazionali di conservazione, sbloccando incentivi e finanziamenti. Queste aziende possono contribuire significativamente al ripristino di ecosistemi agricoli e forestali, all’aumento degli impollinatori, alla gestione della fauna e al monitoraggio dei dati. È essenziale che le istituzioni supportino attivamente questo riconoscimento e integrino le aziende faunistiche nella pianificazione e attuazione della NRL, attraverso una collaborazione strategica tra settore pubblico, privato e terzo settore. Mi preme inoltre ricordare come sia opportuno prevedere non solo il ripristino di aree degradate ma anche misure in grado di gratificare e incentivare il lavoro di chi già da decenni si impegna attivamente per la gestione e il mantenimento di ampie porzioni di territorio “.
Forti dei risultati ottenuti negli ultimi anni di dialogo con esperti e istituzioni, Fondazione UNA e AB hanno riconfermato il loro impegno a proseguire sulla linea di confronto adottata finora, con l’obiettivo di consolidare, anche in questo caso, un’interpretazione condivisa per l’applicazione del Nature Restoration Law che tenga conto delle necessità espresse a livello europeo, nel rispetto degli interessi delle parti coinvolte e promuovendo un dialogo inclusivo.
All’evento ha preso parte anche Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, il quale ha sottolineato l’importanza di un’applicazione del Nature Restoration Law che non penalizzi l’agricoltura e la capacità produttiva nazionale. “Il ripristino della natura è un obiettivo condivisibile” ha dichiarato Prandini, “ma non può tradursi in nuove follie green che mettono a rischio la sovranità alimentare e il reddito dei nostri agricoltori. L’Europa deve riconoscere il ruolo insostituibile degli agricoltori come veri custodi del territorio e della biodiversità, non come un ostacolo alle politiche ambientali.”
Prandini ha ribadito la posizione di Coldiretti, che da tempo chiede un’inversione di rotta nelle politiche europee, spesso percepite come eccessivamente ideologiche e slegate dalle realtà del mondo agricolo. “Non possiamo permetterci di diminuire la produzione agricola italiana con vincoli e burocrazia eccessivi,” ha proseguito il Presidente di Coldiretti. La tutela dell’ambiente deve andare di pari passo con la garanzia di cibo sano e di qualità per i cittadini europei. Servono più fondi e una Pac forte, con un bilancio dedicato che non venga accorpato ad altri settori, per sostenere l’agricoltura e consentirle di continuare a svolgere la sua funzione ambientale, sociale ed economica.”
Il Presidente ha infine evidenziato la necessità che i piani nazionali di ripristino tengano conto delle specificità dei territori e delle filiere produttive, evitando imposizioni che potrebbero compromettere la competitività del Made in Italy agroalimentare sui mercati internazionali.
L’evento di Palazzo Rospigliosi si inserisce nel più ampio progetto di Fondazione UNA e AB per assicurare continuità di riflessione e approfondimento sulle modalità di riconciliazione tra uomo e ambiente, già avviato lo scorso anno con i tavoli di confronto relativi alla riforma dell’articolo 9 della Costituzione sulla tutela degli animali e della biodiversità.