Allarme in Sicilia – 4 nuovi parchi in approvazione (Comunicato stampa Cacciaambiente)
Il Patito Politico Caccia Ambiente da tempo ha posto l’attenzionesull’eccessivo numero di aree protette in Sicilia ed è passato appena un anno da quando su nostra esortazione l’Assessorato agricoltura e foreste, chiedendo al Direttore delle aziende Demaniali di aprire alcune di queste alla caccia, poneva la questione di un recupero di parte del territorio da restituire all’attività venatoria, riconoscendone quindi l’eccessiva diminuzione. A tal fine si chiedeva di ristabilire le percentuali massime del 30% di territorio da restituire alla caccia.
Ma mente cercavamo di sollecitare un ridimensionamento delle stesse ai fini di un loro adeguamento alla legge regionale 33/97 abbiamo avuto notizia di un iter pseudo-ambientalista parallelo ma contrario al nostro che, in barba ad ogni normativa vigente e ignaro di ogni sentimento contrario delle popolazioni locali, sta istituendo in Sicilia 4 nuovi Parchi.
Saranno infatti definite entro il prossimo 31 marzo le aree interessate all’istituzione dei nuovi 4 Parchi nazionali: Pantelleria, Egadi, isole Eolie, e Iblei. Questa la decisione assunta in questi giorni al Ministero dell’Ambiente, nell’incontro alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro Stefania Prestigiacomo, l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Gaetano Armao, i sindaci e dei presidenti di Provincia di Siracusa, Ragusa e Catania, e i colleghi delle altre città e province interessate all’istituzione.
In particolare per il parco di Pantelleria si è registrato il pieno consenso del territorio per l’istituzione del parco e dell’area marina protetta. Per quanto riguarda il parco delle Egadi tutti i soggetti intervenuti, compreso il sindaco di Favignana, hanno manifestato l’intesa e la necessità di dare immediata attuazione alla legge istitutiva del Parco. Per le Eolie è stato inoltre sottolineato che l’Ente Parco (ancora deve nascere e già pensano come guadagnarci) sarà anche l’ente gestore del sito Unesco.
Ma torniamo al Parco degli Iblei
Tra i grandi sostenitori del Progetto l’On. Fabio Granata del PdL che sul parco ha creduto da sempre; Soddisfatto il leader di Italia dei valori di Ragusa Giovanni Iacono. Colorito ma efficace come al solito il commento di Vittorio Sgarbi: «Chi è contro il parco sbaglia e va fermato, chi si contrappone, tra le istituzioni, è un incapace».
La cosa divertente è che oggi tutti sono saliti sul carro dei vincitori. Oggi, tranne qualche voce fuori dal coro, tutti (i dirigenti locali) sono contenti della decisione del Ministro. Oggi il parco non è più e solamente un’inutile imposizione dall’alto (come era stato definito), oggi il Parco diviene una opportunità.
Fino a qualche settimana fa le carte in tavola erano però differenti:
Nello Dipasquale, sindaco di Ragusa, alcuni giorni fa ai microfoni di una rete privata dichiarava: “Il Ministro Prestigiacomo ha stralciato la proposta contenuta nel libro denominato Parco degli Iblei, pubblicato nel 2006?. Tale documento (del no) è stato firmato da tutti i deputati regionali, dall’on. Peppe Drago, dai sindaci dei nove comuni coinvolti e dal presidente della Camera di Commercio di Ragusa in rappresentanza delle associazioni di categoria. Il Presidente della Provincia di Ragusa ha espresso il desiderio di consegnare e firmare personalmente il documento al momento della consegna al Ministro Prestigiacomo.
Ma accade qualcosa e improvvisamente , grazie alla bella siracusana salita sul gradino più alto del Ministero dell’ambiente, è scomparsa la paura di non poter andare a raccogliere funghi e asparagi, e il fatto che da noi non ci sono gli stambecchi non importa più a nessuno e si scopre, guardacaso solo oggi, che grazie al parco arriveranno dei finanziamenti che i nostri lungimiranti amministratori sapranno sicuramente far fruttare nel miglior modo possibile, di questo ne siamo certi
Ma allora tutti gli allarmismi? Le tante parole spese contro l’idea del Parco dagli amministratori locali?
Cosa è stato promesso a chi prima diceva no? Quali interessi ci sono sotto?
Ci sovviene un’idea. La legge quadro n° 394 del 1991, all’art. 9 in merito alla istituzione dei Parchi, stabilisce:
3. Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il Parco nazionale.
4. Il Consiglio direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell’ambiente, sentite le regioni interessate, secondo le seguenti modalità: a) cinque, su designazione della Comunità del parco, con voto limitato; b) due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n.349, scelti tra esperti in materia naturalistico-ambientale; c) due, su designazione dell’Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell’Unione zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco; in caso di designazione di un numero superiore a due la scelta tra i soggetti indicati è effettuata dal Ministro dell’ambiente; d) uno, su designazione del Ministro dell’agricoltura e delle foreste; e) due, su designazione del Ministro dell’ambiente.
Il ministro Stefania Prestigiacomo, chiarisce e finalmente sgombera il campo dagli inutili allarmismi. Il Parco degli Iblei sarà una realtà.
Lo crediamo bene! Quale migliore opportunità per piazzare qualche amico o per sistemare (secondo il vizietto atavico della bionda Stefania) qualche ’’politico trombato’’!?!? E non dimentichiamo gli appetibili finanziamenti
Caccia Ambiente esprime il suo chiaro dissenso alla istituzione del “Parco degli Iblei” e agli altri 3 istituendi Parchi. Il territorio Siciliano vocato ad un intenso sfruttamento agricolo – pastoraleper le sue peculiarità orografiche contiene già di per sé dei “confini naturali” oltre i quali l’intervento dell’uomo è di per sé limitato ed è storicamente ben strutturato. La formalizzazione di più ampi e vincolanti confini non porterebbe più vantaggiose protezioni ambientali, in quanto già presenti ed operative nella cultura e nella professionalità della nostra gente. Il nostro territorio dell’isola è fra i più conservati e salvaguardati in Italia, senza che per questo sia stato necessario il vincolo di qualsivoglia “area protetta”. Al contrario l’istituzione formale di un “parco” porterebbe alla limitazione di alcune attività agricole ed artigianali e di tutte le rarità agricole ormai riconosciute in tutto il mondo. A difesa del territorio e alla sua valorizzazione sono sufficienti l’opera delle Aziende Forestali Demaniali, i vari parchi naturali che le varie Amministrazioni locali hanno nel tempo istituito e il sincero rispetto che i siciliani portano verso la propria terra.
Gli abitanti dei territori Iblei dichiarano che:
“Il parco ingessa l’economia del territorio”, “il parco serve solo per raccogliere asparagi e funghi”, “il parco è solo una questione interna alle associazioni ambientaliste, che cercano un po’ di visibilità”. “Abbiamo già troppe riserve”.
Ma a nessuno sembra interessare tutto ciò.
L’on. Riccardo Minardo parlamentare regionale dell’Mpa rivelava importante che l’istituzione del Parco degli iblei avvenisse in accordo con tutti i soggetti interessati che grazie al coordinamento della Regione potevano superare quei problemi altrimenti fortemente penalizzanti per lo sviluppo del territorio.
Eppure noi avevamo suonato l’allarme sotto le scorse elezioni; Caccia Ambiente aveva offerto ai cacciatori locali e non solo la possibilità di agire da protagonisti per cambiare le cose e scongiurare un pericolo imminente. Ma alcuni gagliardi e opportunisti cacciatori avevano detto NO! Preferivano affidarsi all’amico candidato sindaco, all’onorevole Caio, all’amministratore Tizio e al consigliere Sempronio. Tutti dichiaravano ‘’ma quale Partito dei cacciatori …., state tranquilli che ci pensiamo noi ’’.
Ci hanno pensato loro!!! 4 Parchi in un solo colpo!!! E la vostra, nostra, tranquillità è finita.
Tuttavia……. Caccia Ambiente non si arrende ancora! Chissà se questa volta qualcuno ci darà una mano?
Giornalista e fondatore di Caccia Passione. Correva l'anno 2002 quando diedi vita al portale internet, mettendo a frutto tre grandi passioni, quella in lettere moderne, l'altra per l'informatica e altresì per l'attività venatoria. Negli anni Caccia Passione è divenuto testata giornalistica ove oggi scrivono le migliori "Penne" giornalistiche d'Italia.
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