Federcaccia Piemonte: In data 28 aprile, con un documento del Coordinamento AAVV Piemontesi di cui Federcaccia fa parte, si era provveduto informarVi della recente nascita d’una associazione di volontariato, registrata in Torino il 7 agosto 2014 con atto del notaio Luca Ferrero (n.15677/1T).
Questa Associazione, in virtù del riconoscimento di Protezione Civile, è stata creata con il principale scopo di poter intervenire sul territorio piemontese per il controllo della fauna selvatica, e in particolare per la salvaguardia e il recupero degli animali selvatici, garantendo un supporto agli enti pubblici e ai soggetti incaricati di pubblico servizio per la gestione della fauna. Altre finalità sono previste dal suddetto atto costitutivo e dallo statuto che vi alleghiamo, e vanno dal monitoraggio delle specie faunistiche, alla formazione, financo alla vera e propria…gestione faunistica. Ciò implica che fosse dato seguito a quanto previsto, in breve potremmo assistere alla nascita di una nuova associazione in grado d’inserirsi nella gestione o l’organizzazione dell’attività venatoria regolata dalla l.157/92, godendo di privilegi e prerogative ora impensabili per le stesse Associazioni Venatorie e i cacciatori da loro rappresentati.
Infatti gli enti pubblici (Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, ma in futuro anche al di fuori della nostra regione) o i soggetti incaricati di pubblico servizio per la gestione della fauna (Guardie Venatorie Provinciali, Guardie Volontarie, ecc.) potrebbero facilmente stipulare convenzione con la stessa, finalizzata al controllo e contenimento di quelle specie che possono interferire maggiormente con le diverse attività antropiche; in breve tempo pochi cacciatori, e/o selecontrollori, potrebbero spartirsi il territorio regionale, sparando tutto l’anno a selvatici normalmente cacciabili durante la regolare stagione venatoria, con il semplice possesso di un porto d’armi e un’assicurazione di responsabilità civile…stipulata ad hoc! Pur non avendo finalità di lucro l’Associazione, allegato “A”, prevede all’art.4 del suo Statuto la possibilità di disporre di un patrimonio formato da beni mobili e immobili, di beneficiare di erogazioni come pure lasciti e donazioni, traendo le risorse economiche necessarie a funzionamento e svolgimento della sua attività da:
1) Contributi di privati;
2) Contributi dello stato, di enti e istituzioni pubbliche finalizzate esclusivamente al sostegno di specifiche e documentate attività o progetti;
3) Contributi di organismi internazionali;
4) Donazioni e lasciti testamentari;
5) Rimborsi derivanti da convenzioni;
6) Entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali
Ultimo, e non meno importante, da…quote associative e contributi degli aderenti, a ben significare come questa organizzazione confligga, e non si integri come dovrebbe invece avvenire, con le finalità e gli scopi delle Associazioni Venatorie regolarmente riconosciute dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste e inserite come controparte istituzionale nelle determinazioni afferenti l’attività venatoria dalla legge 157/92. Tutto questo rappresenterebbe un caso unico nel panorama nazionale, certo a danno di tutti quei cacciatori chiamati annualmente al pagamento di tassa regionale, quota di ammissione e partecipazione ad un ATC o CA, eventuale quota suppletiva per il cinghiale e capriolo; denari questi ormai sempre più utilizzati per il rimborso danni all’agricoltura che alla gestione dell’attività venatoria (lanci di selvaggina, misure di prevenzione, miglioramenti del territorio e così via). Sarebbe la nascita, qui nella nostra Regione, della…caccia come vera e propria attività privata, a tutto detrimento dell’interesse collettivo e dello spirito con cui il legislatore ha sempre regolato la materia nel nostro Paese. Proprio in questi giorni ci viene riferito dell’imminente organizzazione di corsi specializzati per l’abilitazione di accompagnatori notturni per piani di contenimento o abbattimenti selettivi! Federcaccia, e con lei anche Il Coordinamento, s’è sempre detta contraria a questa forma privatistica di controllo della fauna, rimarcando come il controllo delle specie faunistiche, siano esse quelle tradizionalmente opportunistiche o altre egualmente dannose per le colture agricole quali sono cinghiali e caprioli, debba avvenire esclusivamente per opera degli ATC e dei CA, ciascuno sul proprio territorio di competenza, e con la partecipazione delle squadre locali e di cacciatori normalmente ammessi ai piani di prelievo selettivo. Tutto questo consentirebbe d’avere operatori che conoscono perfettamente il territorio oggetto del piano di contenimento, trattandosi nel caso di cinghiale e capriolo di forme di attività venatorie sempre più diffuse, praticate sul territorio piemontese da cacciatori ormai fortemente specializzati e preparati. Per i motivi sopra citati si ritiene vadano evitati conflitti d’ogni genere con i cacciatori, da sempre chiamati a contribuire al sostegno economico di ATC e CA e al ristoro dei danni agricoli, chiedendo nel contempo a tutti i partecipanti a detta “Associazione di protezione civile per la salvaguardia e la gestione della fauna selvatica”, e che siano pure soci di Federcaccia Piemonte, di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni dalla medesima, astenendosi dal partecipare a tale attività. Risulta evidente come il sostenere economicamente quest’Associazione…volontaria attraverso il pagamento di quote annuali, sia in netta contrapposizione e contraddizione con scopi e finalità di un’Associazione Venatoria regolarmente riconosciuta quale la nostra, e dunque tutti coloro che intendessero farne parte automaticamente si porrebbero al di fuori di Federcaccia Piemonte.
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