Beretta Armi: In questa nuova recensione sui fucili da caccia vogliamo soffermarci ancora una volta su un noto marchio del Made in Italy: Beretta. La Pietro Beretta Spa è un’azienda d’armi di cui abbiamo già parlato nel corso di precedenti approfondimenti e non è necessario ribadire che si tratta di una delle aziende d’armi più affidabili e serie sul mercato.
Tornando ai fucili da caccia, vogliamo descrivere le caratteristiche tecniche ed estetiche di un semiautomatico prodotto proprio dalla mitica azienda italiana. Si tratta del modello Al 391 Light calibro 20, realizzato nella versione Black e White, dove i due colori si riferiscono alla livrea esterna del fucile, rispettivamente nera e bianca.
Di questo semiautomatico, già in produzione da qualche anno, si fa un gran parlare, specie tra i cacciatori, che ne ricercano pregi, difetti e resa balistica nei tanti forum venatori presenti sul web. Intanto, prima di parlare dei pregi o dei difetti di questo fucile, è importante conoscerne le caratteristiche tecniche.
Al 391 Light , come già detto, è un calibro 20, quindi un’arma leggera adatta a diversi tipi di caccia, come quella vagante agli uccelli ( quaglia, starna, beccaccia, tordi, allodole e colombaccio), con o senza cane, e da appostamento alla selvaggina stanziale o migratoria (piccoli mammiferi selvatici e uccelli). Qualcuno ha osato persino cacciare i cinghiali con questo fucile, ma dell’esito degli spari alla grossa selvaggina parleremo meglio quando ci concentreremo sulla resa balistica di Al 391 Light. Questo semiautomatico ha una camera di scoppio da 76 mm, caratteristica che consente di sparare anche munizioni più grosse di tipo magnum ( ecco perché qualche coraggioso cacciatore lo ha provato anche per i cinghiali). Gli strozzatori intercambiabili Mobilchoke, forniti in dotazione con il fucile, consentono di allungare le canne fino a 71 mm. In questo caso l’arma diventa ideale per la caccia alle anatre, al colombaccio o ai tordi al passo.
Come si può notare, Al 391 Light è il semiautomatico che serve per cacciare la piccola selvaggina e gli uccelli, perché con questo tipo di animali servono fucili leggeri e facili da portare a spalla. Al 391 Light White si distingue dal Black per il castello rivestito di color acciaio, mentre il Black presenta una colorazione brunita che lo fa diventare nero. Il castello è la parte distintiva del semiautomatico Al 391 Light, quella parte in cui si concentra proprio la meccanica delle armi. Il castello comprende infatti la parte centrale tra il calcio e le canne ed è fatto dalla bascula, da parte del grilletto e della culatta. Nel semiautomatico Al 391 Light, questa parte metallica è rivestita con un trattamento di nichel e fosforo satinato di bianco nel modello White e di nero nel modello Black.
Il fucile presenta anche una bindella da 6×6 mm e calcio in legno di noce californiano, più leggero del noce classico. La leggerezza del fucile è stata realizzata anche grazie all’utilizzo di materiali alternativi, come l’ergal, di cui sono fatti l’astina, il tubo serbatoio e la scatola della culatta. Il calcio in legno è, invece, rivestito da un’apposita verniciatura chiamata “high gloss”, che protegge il fucile dalla pioggia e dall’umidità. Il calciolo è rivestito in gomma, materiale ergonomico che alleggerisce il peso dell’arma e ne attutisce sensibilmente il rinculo. La canna di Al 391 Light è realizzata con l’acciaio di migliore qualità, per una resa balistica ineccepibile e senza limiti.
Durante le prove venatorie, Al 391 Light non ha mostrato difetti o segni di inceppamento, spesso tipici dei semiautomatici. Semmai, qualche difficoltà la potrebbe avere il cacciatore. Quest’ultimo potrebbe non amare il meccanismo di caricamento del semiautomatico, ma in tal caso si tratterebbe di un gusto personale. Altri cacciatori non amano, invece, pulire spesso il fucile. Al 391 Light è, infatti, un semiautomatico a presa di gas. I fucili a presa di gas vanno puliti spesso, preferibilmente dopo ogni battuta. La meccanica dei fucili a presa di gas è composta da diversi pezzi, tra cui le valvole. Questi componenti, che servono per recuperare il gas, tendono ad avere degli accumuli che possono danneggiarli. Per tale motivo bisogna pulirli frequentemente.
Non è rato trovare cacciatori che oltre alla pulizia si ritrovano anche a dover sostituire un pezzo della valvola di recupero del gas. Nel semiautomatico Al 391 Light, però, e il nostro “però” va in senso positivo, il problema della manutenzione è superato dalla presenza di una valvola compensatrice autopulente. Questo dispositivo consente di scaricare all’esterno la pressione provocata dalle cartucce, in modo da aumentare la resa balistica e la durata del fucile. La meccanica di funzionamento di Al 391 Light, è, dunque, ottima, al pari dei semiautomatici a massa inerziale Al 391 Light, con canna da 66 mm, spara cartucce High Performance foratura 15,9. Il peso dell’arma, circa due chili e ottocento grammi, la rende leggera e facile da brandire.
Al 391 Light spara anche munizioni più grosse, ma le cartucce magnum non vanno usate per la piccola selvaggina, perché la “disintegrano”, magari per qualche cinghiale o altro ungulato. La leggerezza di questo semiautomatico, però, rischia di incidere sulla resa balistica delle cartucce più potenti. Per la caccia agli ungulati sarebbe meglio usare i classici calibro 12. Per tutto il resto, si può benissimo provare il semiautomatico Al 391 Light di Beretta calibro 20. Il fucile, fino a qualche anno fa, si acquistava a circa 1450 euro. Per conoscere il prezzo attuale, è meglio rivolgersi al proprio rivenditore di fiducia.
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