Le immagini trattano la caccia come un crimine, dimenticando che è normata dalla legge e consentita dallo Stato. Accettiamo qualsiasi dibattito, ma deve partire da questo presupposto. Il cacciatore è un normale cittadino che paga le tasse e rispetta le regole e nessuno può permettersi di additarlo come un delinquente. Nell’esposto ho detto che il manifesto veicola “un messaggio contro la caccia con una formalità di comunicazione falsa e offensiva dell’attività venatoria che a tutti gli effetti è una attività legittima e riconosciuta.
L’immagine delle mani insanguinate danno un immediato percepito di una truce e criminale attività cosa che non è la caccia che invece è una disciplina riconosciuta e legittimata dalle Istituzioni Pubbliche con modalità e regolamenti molto rigidi e rispettose dell’ambiente Chiediamo per questo che questa comunicazione sia immediatamente oscurata e siano perseguiti sia il soggetto proponente del messaggio e sia la società che lo ha esposto”. Se qualcuno preferisce non cacciare, non mangiare carne e non bere latte, è libero di farlo per quanto mi riguarda. Pretendiamo lo stesso trattamento da chi invece (gli animalisti) pensa di avere la verità e la legge in tasca. Mi sono stufata e pretendo rispetto”.