
Dal testo emerge che il mantenimento di un’attività di caccia rimane la via migliore per la conservazione di una specie e dei suoi habitat, proprio per il lavoro gratuito in termini di conservazione e monitoraggio esercitato dai cacciatori. Il rapporto fa un esempio dal Regno Unito: eliminare la starna dalla lista delle specie cacciabili sarebbe controproducente, dato che la maggior parte delle azioni per aumentarne le densità viene effettuato da appassionati di caccia.
Se i nostri detrattori leggessero questo rapporto rimarrebbero a bocca aperta. Ma purtroppo la realtà è che non saprebbero comunque riconoscere i nostri meriti, perché su di noi pesano troppi pregiudizi che gli animalisti non sono in grado di capire ed eliminare. Sta a noi però diffondere queste notizie, perché non dobbiamo mai rinunciare a dire la verità e difendere il nostro mondo venatorio”.






































