
Questo vuol dire che l’ordine è stato respinto e le specie rimarranno nel calendario venatorio ligure. Anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Stefano Mai, aveva espresso un parere negativo in merito, sottolineando l’assenza del rischio di estinzione e la stesura del calendario in base a valutazioni scientifiche e normative molto serie. Il Movimento 5 Stelle ha accusato il colpo e ha lamentato di essere stato lasciato da solo e ricordando i danni provocati dal bracconaggio in Italia.
Inoltre, il M5S ha rimarcato il presunto abbattimento di oltre 500mila esemplari di migratoria tra il 2015 e il 2017 in Liguria e con una spesa di 180mila euro l’anno. Non molti giorni fa lo stesso Mai aveva deciso di prorogare le battute di caccia al cinghiale in Liguria fino al 30 gennaio 2019, una soluzione ritenuta congrua per completare i piani e i prelievi.















































