Caccia e Migratoria: ANUU Migratoristi informa sui dati del censimento degli acquatici svernanti nel periodo 2002-2013, gli uccelli nordici scelgono i laghi lombardi.
È stato pubblicato il censimento degli uccelli acquatici svernanti nei laghi e nelle zone umide lombarde, realizzato tra il 2002 e il 2013 in Lombardia, in base ai dati rilevati dall’Università di Pavia (54 specie svernanti regolari, contingenti di rilevanza nazionale e Svasso Maggiore, Smergo Maggiore e Moretta, Cigno Reale e Fistione Turco). Le zone umide della Lombardia rappresentano una meta importante per svernare.
L’indagine è stata coordinata a livello internazionale da Wetlands International e, a livello italiano, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale/ISPRA che si occupa di raccogliere, validare e analizzare i dati inviati da coordinatori regionali. In Lombardia il coordinamento è stato condotto, per conto della Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia, dal Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia.
L’inventario viene realizzato a metà gennaio, nel periodo in cui gli uccelli acquatici svernano e sostano nei laghi e lungo i fiumi lombardi. L’obiettivo di questo censimento dell’avifauna acquatica è quello di stabilire annualmente la dimensione delle popolazioni presenti in Europa, identificare variazioni nella dimensione e distribuzione delle popolazioni, determinare l’importanza a livello internazionale e nazionale dei diversi siti censiti, contribuire ad iniziative nazionali ed internazionali per la conservazione degli uccelli acquatici e dei loro ambienti.
L’avifauna acquatica, intesa genericamente come gruppo di specie che frequentano le zone umide, tra i quali anatidi, rallidi, limicoli e svassi, costituisce una delle componenti biologiche più importanti degli ambienti acquatici. I loro effetti positivi sull’ambiente e il loro contributo alla biodiversità producono benefici sia indiretti che diretti anche per le popolazioni umane, limitando la crescita degli organismi infestanti e favorendo la fertilizzazione del terreno.
La presenza di numerose specie di uccelli acquatici costituisce inoltre un’attrattiva per il pubblico o una risorsa per il prelievo venatorio. Gli uccelli acquatici possono indicare lo stato di conservazione naturalistica degli ambiente umidi. Fino ad oggi i dati del censimento internazionale hanno permesso di elaborare stime di popolazione per ben 510 delle 522 specie di uccelli acquatici coinvolte nel protocollo AEWA (Agreement on the Conservation of African-Eurasian Migratory Waterbirds) e di ottenere informazioni sui trend demografici per il 71% delle specie, ottenendo dati sempre più precisi e attendibili col passare degli anni, permettendo di formulare strategie di conservazione a livello locale e di rete ecologica transnazionale.
I dati del censimento degli uccelli acquatici svernanti sono stati storicamente utilizzati per i fini previsti dalla Convenzione di Ramsar, oltre che per il protocollo di intesa AEWA e per la designazione delle Zone di Protezione Speciale nell’ambito della Direttiva Uccelli 147 del 2009. Il confronto tra le tendenze di popolazione permette una corretta interpretazione degli andamenti in atto, guidate sia da fattori locali indipendenti dall’andamento globale della popolazione lungo la flyway, sia da fattori estrinseci alle condizioni della singola zona umida.
I trend delle popolazioni in Lombardia sono stati calcolati nell’arco di 11 anni per 20 specie, presenti in regione con numeri significativi o ritenute di particolare interesse. Le zone umide oggetto di censimento sono codificate da ISPRA in un catasto nazionale, comprendente le zone umide più importanti come i Laghi lombardi Maggiore, Como, Iseo e Garda, i maggiori corsi d’acqua, come il Po e il Ticino, i bacini, oltre ad aree che possono ospitare importanti dormitori o zone di riposo diurno.
In generale gli andamenti delle varie specie sono risultati stabili o in aumento, ad eccezione di tre specie, Svasso Piccolo, Folaga e Moriglione. Lo Svasso Piccolo mostra una preoccupante riduzione con una media annua del 13% che ha determinato un allarmante calo degli indici di popolazione pari al 71,5% in dieci anni in Lombardia, in accordo con la flessione registrata a livello nazionale (corrispondente a – 7% annuo). Il Moriglione e la Folaga mostrano un calo moderato, il primo in accorso con un declino generalizzato delle sue popolazioni nazionali e a livello di flyway, mentre per la seconda i trend su scala più ampia mostrano una sostanziale stabilità o incremento. La Moretta e lo Smergo Maggiore sono due specie che mostrano un trend positivo a fronte di un calo della popolazione europea. (Tratto da Lombardia Verde n. 1/2015 – XXXI, ed. Regione Lombardia, Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca).
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