Segugi: Il fascino di un grande cacciatore raccontato a Mondo Caccia da Sergio Leonardi con la presentazione in anteprima del suo ultimo libro che è un viaggio nei ricordi e nella scoperta di luoghi e tradizioni che hanno il cane come protagonista.
Erano davvero in tanti, cacciatori ma anche curiosi e semplici amanti dei cani, ad ascoltare Sergio Leonardi per la presentazione in assoluta anteprima a Mondo Caccia nello spazio di Federcaccia il del suo ultimo libro “Conoscere il segugio maremmano” che, già nel titolo, indica la volontà di accompagnare il lettore alla scoperta delle qualità di una razza che solo recentemente (nel 2009) è stata riconosciuta ufficialmente dall’ENCI anche se ha origini ben più antiche.
“È una razza che nasce dalla selezione naturale operata dai cacciatori e dai mezzadri di una Maremma povera dove la caccia serviva per integrare l’alimentazione che veniva dalla coltivazione del podere – dice Leonardi – e il cane doveva essere piccolo, agile, robusto, infaticabile. Queste sono le caratteristiche più evidenti di una razza che ha avuto un’evoluzione spontanea selezionando davvero i migliori, quelli capaci di trovare la traccia e di seguirla velocemente e senza fatica, avvisando il cacciatore che sa di potersi fidare del fiuto e della fedeltà del suo segugio”.
Ma nel libro Leonardi non ha realizzato solo una ricostruzione precisa delle origini ampliando le conoscenze della precedente edizione del libro, ma è andato oltre intrecciando le informazioni sul segugio maremmano con ricordi personali, esperienze di caccia e, soprattutto, di rapporto con la natura, di un mondo in cui cane e cacciatore fanno squadra, un mondo dove gli affetti e i ricordi, come quello di “Vespina” un esemplare molto amato, hanno un valore intrinseco formidabile.
Dunque un libro con il panorama “tecnico” e scientificamente completo di una razza che Leonardi cacciatore ama e che lo aiuta a far conoscere e amare questo mondo come è oggi e come è stato nel passato per leggere ma anche per vivere con una chiave di lettura quasi lirica la caccia, “perché i libri di Sergio – ha detto Carlo Romanelli, scrittore e cacciatore lui stesso, presentandolo – più che pubblicazioni sulla caccia sono libri sulla vita e ci raccontano di un territorio e di una pratica che rappresenta la storia e la cultura delle nostre campagne che non dobbiamo dimenticare”.
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