“Mi preme fare una premessa, cardine delle numerose osservazioni che la nostra Associazione ha nel tempo presentato a tutti gli enti interessati, prosegue il Presidente evidenziando puntualmente come “l’Oasi sia innanzitutto un istituto faunistico previsto dalla legge dello Stato n. 157/92, istituita appunto per salvaguardare particolarità faunistiche; pertanto l’oasi, lo dice la legge, non è né un parco, né una riserva naturale e dunque le valutazioni generali sulla efficacia gestionale devono avere come elemento principale, per l’appunto, quello legato alla presenza della fauna e alle problematiche ad essa collegate.
Venendo, appunto, all’Oasi di Torriana e Montebello, è evidente – aggiunge Cardelli Masini Palazzi – come lo squilibrio faunistico determinatosi al suo interno nel corso degli anni, con proliferazione massiva dei cinghiali, abbia provocato danni non solo all’oasi stessa, ma anche ai territori limitrofi e al patrimonio agricolo, ambientale e naturalistico, situazione che ha giustamente richiesto approfondimenti e interventi ampiamente condivisibili e pubblicamente condivisi da parte della Regione Emilia-Romagna, la quale, peraltro, con le più recenti norme di pianificazione faunistico venatoria ha dato ulteriore impulso a tutte le possibili azioni di pianificazione faunistica, venatorie e di controllo della specie che possono contribuire a mitigare il problema”.
“La tutela dell’oasi, ambiente giustamente ritenuto prezioso da tutti gli attori e portatori d’interesse coinvolti – gli fa eco il Direttore di Coldiretti Rimini, Anacleto Malara – non può prescindere da un controllo e da una gestione faunistica efficace e in tal senso vanno le politiche, le azioni e l’impegno globale della Regione che giustamente, attraverso il coordinamento dell’Assessore Mammi, punta a mettere un freno alla rapida espansione e alla presenza sempre più diffusa dei cinghiali, la cui proliferazione oltre a provocare gravi danni alle colture e quindi all’ambiente e all’economia locale, genera pericoli crescenti anche per la circolazione stradale”. “La qualificazione ambientale dell’Oasi – conclude il Vicedirettore Giorgio Ricci – non può dunque prescindere da un’attenta e concreta gestione dell’equilibrio faunistico, in quanto finora i fatti e la sostanza smentiscono qualsiasi presunta positività a favore di chi lavora in campagna, azione quella regionale che è al tempo stesso garanzia di tutela più generale dell’area e di tutto il sistema ambientale, economico e sociale che le ruota attorno”.