Nulla di incisivo si fa per fermare l’inesorabile avanzata di una specie aliena al territorio, molto prolifera e selezionata per la produzione della carne. Questo cinghiale è solo una razza da allevamento molto rustica che non ha praticamente rivali, se non in parte nel lupo. Il cinghiale oggi presente nelle nostre realtà territoriali è una specie distruttrice e fortemente invasiva che porterà inequivocabilmente, prima o poi a danni socioeconomici molto gravi. Le più temute infezioni del cinghiale sono le malattie virali specifiche dei suini ed è dire tutto sui rischi che incombono. Non vanno nemmeno trascurati i rischi sanitari per le persone.
Il mondo agricolo chiede un maggiore controllo della specie, al fine di avere meno danni nelle proprie coltivazioni, e permettere agli agricoltori di autodifendersi almeno nei seguenti tre modi: con lo sparo, per chi ha la licenza da caccia o il porto d’armi; dare la possibilità, per chi non ha la licenza da caccia, di poter catturare, per mezzo dei recinti, l’animale quando minaccia le coltivazioni in atto; poter nominare una persona di propria fiducia, avente i requisiti necessari, per procedere allo sparo nei pressi delle coltivazioni da proteggere. Il tutto ovviamente indipendentemente dal calendario della caccia”.