Il vetro che proteggeva il capitello è stato divelto, poi l’arma è stata portata via. Sulla lapide, inoltre, è stata lasciata la “firma” dell’ALF. Il gruppo non ritiene di aver effettuato una profanazione, ma di aver reso giustizia a una immagine sacra che viene sfruttata per “giustificare i comportamenti violenti e vili dei cacciatori assassini“. Il capitello era stato creato su volere di Primo Cimarosto, presidente della sezione locale della Federazione Italiana della Caccia, come ringraziamento per essersi salvato dagli spari dei fascisti nel 1944.
Di questa immagine sacra si parla da diverso tempo: alcune associazioni ne hanno denunciato la presenza, ma ogni anno sono tante le persone che assistono alla messa celebrate di fronte al capitello. Il blitz di ALF ha fatto tornare di stretta attualità questo argomento.