![Timorasso Azienda La Colombera Timorasso Azienda La Colombera](https://www.cacciapassione.com/wp-content/uploads/2020/11/grappolo-timorasso-azienda-la-colombera.jpg)
Il territorio attorno a Tortona, l’antica città romana anticamente chiamata Julia Derthona, è da sempre luogo di passaggio strategico tra pianura e mare: secoli di conflitti, commerci (la via del sale) e cultura sono passati attraverso il fiume Scrivia, il comprensorio dei colli tortonesi e le tre valli che portano il nome dei tre torrenti che le attraversano: Ossona, Grue e Curone. Sono 30 i comuni del comprensorio vinicolo di Tortona, sparsi tra colline e valli, territorio in parte ancora selvaggio rispetto alle vicine Langhe e Roero. L’ambiente è sostanzialmente tripartito tra frutteti (dopo l’epidemia fillossera di fine ‘800 si è puntato molto sulle pesche), vigne e boschi. La presenza umana è abbastanza limitata con un conseguente scarso impatto ambientale.
Il tortonese è un territorio di eccellenze non solo per il vino ma anche per molti prodotti artigianali ormai noti al grande pubblico degli appassionati, come il formaggio Montebore, i tartufi, la pesca di Volpedo, le fragole di Tortona o ilsalame nobile del Giarolo. I colli tortonesi godono enologicamente di una propria Doc. Il suo areale è collocato a sud-est di Tortona per una superficie a Doc di 1096 ha e un totale vitato di 1800 ha I vigneti sono collocati tendenzialmente sulle dorsali collinari, più soleggiate rispetto alle pendici più basse. I terreni sono di colore bruno-giallastro e di natura argillosa-calcarea, con alcune formazioni sabbiose e zone marnose e marnose- sabbiose. Tali terreni conferiscono grande sapidità ai vini. Il clima è caratterizzato da inverni freddi, precipitazioni distribuite durante tutto il corso dell’anno e significative escursioni termiche giorno/notte. La ventilazione, tanto importante per evitare la formazione di eccessiva umidità e muffe sui grappoli, è ottimale grazie ai venti marini provenienti dalla Liguria. Le vigne sono allevate con la tradizionale forma a controspalliera e potati con il sistema Guyot o con il cordone speronato basso.
![Carta a colori della città di Tortona Carta a colori della città di Tortona](https://www.cacciapassione.com/wp-content/uploads/2020/11/Carta_a_colori_della_Tortona_medievale.jpg)
In questa terra rigogliosa e prospera assurge ad assoluto protagonista il Timorasso, antico vitigno autoctono, esclusivo del tortonese. Vite rustica e molto vegetativa ha tuttavia una produttività scarsa e irregolare, dopo la fillossera venne sacrificata a favore del più prolifico Cortese e delle pesche. Ha un grappolo compatto molto sensibile alle muffe e per tanto la gestione in vigna risulta difficile e laboriosa. Fino agli anni ‘80 veniva venduto sfuso in Svizzera come Torbolino.
Il Timorasso da vini molto strutturati, con buona acidità, notevole sapidità ed elevata alcolicità, tutti elementi che possono conferire a questo vino grandi prospettive di invecchiamento, al punto che potremmo definirlo senza troppe remore come un vino bianco che si comporta come un vino rosso.
![timorasso timorasso](https://www.cacciapassione.com/wp-content/uploads/2020/11/Bottiglia-timorasso-236x300.jpg)
Caratteristica importante di questo grande vino bianco è la spiccata mineralità e il progressivo sviluppo di sentori terziari con l’evoluzione del vino in bottiglia. È ricco di norisoprenoidi ovvero profumi che si formano già nelle uve, ma che si esprimono nella loro completezza nei vini bianchi più evoluti. In particolare, sentori di idrocarburi e pietra focaia. Il Timorasso ha una produzione limitata: su 2.000 ha vitati nei colli tortonesi solo 120 ha sono a Timorasso.
Dalla vendemmia 2020 il vitigno Timorasso dovrebbe potersi fregiare (il Consorzio di Tutela Vini Colli Tortonesi sta aspettando l’autorizzazione del Ministero) di un nome nuovo e un nuovo disciplinare: Derthona ovvero l’antico nome romano di Tortona, così da legare indissolubilmente il vitigno e il vino al suo territorio.
Tra i molti produttori che hanno contribuito al recupero, all’ascesa e al successo di questo antico vitigno non possiamo non parlare di Walter Massa e della sua cantina di Monleale, il precursore della sua riscoperta. Personaggio vulcanico e instancabile, è solito dire sul recupero, rischioso in termini economici e di resa, del Timorasso e l’espianto del più produttivo e sicuro Cortese che «è inutile avere Claudia Schiffer in cucina a lavare i piatti, la metto all’accoglienza e mi rende di più». Per Massa la riscoperta del Timorasso è una sfida: «Volevo vedere se aveva ragione chi mi diceva che era il vino più buono del mondo o quelli che mi dicevano che era un’uva di M….». Nel 1988 capisce che per il Timorasso l’invecchiamento è fondamentale. Una scelta oggettivamente coraggiosa perché vuol dire non vendere subito il prodotto e attendere i frutti del tempo.
![vigneti massa Vigneti Massa](https://www.cacciapassione.com/wp-content/uploads/2020/11/Vigneti-Massa.jpg)
La regole del vino per Massa sono semplicissime e nette: Uva matura, buon senso e tempo. Illuminanti le definizioni che da Massa del suo Timorasso: «E’ un vino orgasmotico» e «Si scrivere Timorasso ma si legge TimoRosso». In conclusione, per Massa il Timorasso ha rappresentato e rappresenta per il futuro del tortonese una risorsa fondamentale per contribuire a risollevare economicamente questo territorio di antichissima tradizione. Terra che merita di essere riscoperta nella sua vasta e affascinante ricchezza.