Fauna: nell’Oltrepò pavese, tra Pavia e Piacenza, si registra un aumento della popolazione di Lupi.
Sono 23 i lupi, divisi in 5 branchi, che vengono monitorati tra Pavia e Piacenza. La loro comparsa in queste zone risale al 2005 (con 18 esemplari) ed è andata aumentando ed espandendosi anche nell’areale: dall’Appennino il lupo è risalito nella zona tra Lombardia, Emilia, Liguria e Piemonte, per poi spostarsi verso occidente e risalire seguendo l’arco alpino. Accettato dall’opinione pubblica in generale, il lupo è inviso agli allevatori perché può predare il bestiame. Proprio per capire le modalità con cui intervenire in questi casi, l’Università di Pavia (prof. Alberto Meriggi) ha approntato degli studi sull’alimentazione di questo mammifero. Dai dati elaborati dalle analisi delle feci del lupo è emerso che la sua dieta consiste nel 70% di animali selvatici (in particolare Caprioli e Cinghiali), nel 20% di bestiame predato (vitelli, ovini, caprini) e di un 10% di quello che trova (frutta, rifiuti).
Come possono gli allevatori difendere il loro bestiame dagli attacchi del branco? Prima di tutto devono mettere in sicurezza le loro greggi in luogo protetto e chiuso, specialmente all’imbrunire e, in secondo luogo, mostrare la presenza dell’uomo che i lupi selvatici temono. Ma ci si domanda: tutto ciò è utile? In ultima analisi gli allevatori possono richiedere una parte del risarcimento al danno direttamente alle amministrazioni provinciali, le quali – ovviamente – stentano a rispondere in modo positivo. Che cosa fare, dunque, in questo contesto? È una questione da seguire in maniera molto realistica e concreta.
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